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PREMIO BADIA- LA SERATA FINALE - Sito della Città di Cava de' Tirreni
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PREMIO BADIA- LA SERATA FINALE

PREMIO BADIA- LA SERATA FINALE

Ultimo aggiornamento : 03/12/2014Conclusa nella Sala Consiliare la decima edizione del prestigioso premio che coinvolge decine e decine di studenti metelliani nella scelta dei libri più coinvolgenti del momento.

Alla grande la serata finale del Premio Letterario Badia di Cava de’ Tirreni, il Concorso ideato nel 1992 da Annamaria Armenante e da Salvatore Russo ed oggi giunto alla sua decima edizione, organizzato dal Comune di Cava de’ Tirreni e basato sulla lettura di romanzi contemporanei italiani da parte di una giuria di studenti, che giudicano e danno i voti  e, sulla base di recensioni e di una prova finale estemporanea  di analisi e creatività, vengono giudicati da una Commissione Scientifica.

La Giuria dei giovani ha messo sul podio, tra gli scrittori, nell’ordine  Massimo Gramellini (con” Fai bei sogni”), Francesco Gungui (con “Pensavo di scappare con te”) e Fulvio Ervas (con “Se ti abbraccio non avere paura”). Presieduta dal prof. Antonio Avallone, coordinata da Franco Bruno Vitolo e da Mena Ugliano (Biblioteca Comunale) e composta dai docenti Maria Pia Vozzi, Anna Maria Senatore, Mariella Lo Giudice, Rosa Rocco, Gabriella Liberti, dalla Direttrice dei Musei Provinciali Barbara Cussino, dagli esperti esterni  Agnello Baldi, Elvira Santacroce, Chiara D’Amico e dal rappresentante del Forum dei Giovani Pietro Paolo Parisi, la Commissione Scientifica, ha emesso i suoi verdetti finali, che sono stati proclamati nel corso della giornata finale del 29 novembre (incontro studenti scrittori al mattino e gala con premiazione la sera) nella spettacolare e storica Sala del Consiglio Comunale, alla presenza del Sindaco Marco Galdi e del neo Assessore alla Pubblica Istruzione Clotilde Salsano.

I verdetti hanno creato un podio alla grande. Tre per tre: tre studenti, tre graduatorie, tre coppe per tre graduatorie, e fanno nove!

Marianna Porfido (Liceo Scientifico “A.Genoino”), Luciana Adinolfi  (Liceo Linguistico Psicopedagogico “De Filippis”) e Simone Cuccaro (Liceo Classico “Marco Galdi”) hanno fatto un en plein mai visto finora al Premio Badia di Cava de’ Tirreni edizione 2014.

Sul podio di tutte e tre le graduatorie (migliore analisi del testo, migliore prova creativa e classifica assoluta) ci sono infatti loro tre, e solo loro tre. E tra loro Marianna Porfido ha santificato ulteriormente l’en plein, sia risultando prima in tutte e tre le graduatorie sia doppiando il terzo posto ottenuto tre anni fa quando, lei e la compagna di classe Miriam Siani, nonostante  fossero entrambe ancora alunne del biennio, avevano occupato rispettivamente il terzo e secondo posto, superando studenti di età ben più matura della loro. Decisamente, la classe non è acqua…

Marianna, volando alle pagine del testo al cinema e alla psicanalisi alla Letteratura italiana, ha analizzato con lucidità e respiro culturale un frammento di “Pensavo di scappare con te”, di Francesco Gungui, lo scrittore piazzatosi secondo nella graduatoria scrittori stabilita con i voti della giuria di studenti. E, come prova creativa, sulla scia dell’incidente della protagonista del romanzo, ha raccontato in soggettiva la caduta libera e disperata di una ragazza che sceglie “di buttarsi”, in un crescendo drammatico che si stempera all’improvviso alla fine quando si scopre la reale ambientazione, secondo uno schema di sorpresa del racconto breve, che Marianna ha incamerato fin dai primi tempi del Liceo.

Luciana Adinolfi (seconda nella graduatoria assoluta e nella sezione Analisi, terza in quella creativa) ha emozionato la giuria, formata dai membri del Comitato Scientifico, elaborando con periodi brevi e pregni di illuminanti aperture concettuali e di vibranti e poetiche connotazioni l’analisi di un frammento di “Se ti abbraccio non avere paura”, di Fulvio Ervas, che racconta la storia vera del viaggio in motocicletta nelle Americhe di un padre, Franco Antonello, e del figlio autistico Andrea. Sulla scia, ha ricreato dei dolci  e svanganti versi  in soggettiva, con la voce di un figlio che si affida alla guida del padre per entrare senza paura in quel mondo di mirtilli che è il mondo altro dell’autismo e di coloro che vi si relazionano.

Simone Cuccaro (terzo nella graduatoria assoluta e nella sezione analisi, secondo in quella creativa) ha trattato un frammento dall’autobiografico Fai bei sogni della star giornalistico-televisiva Massimo Gramellini, in cui lo scrittore narra il vuoto ricco di tensione e di senso di abbandono  causatogli dalla perdita della madre in tenerissima età, che solo in piena maturità scoprirà essere stato causato dal suicidio. E finalmente perdonerà, sentendola vicina a sé, finalmente. Cuccaro ha ben interpretato proprio questa dimensione, inventando una poesia in cui la madre carezza il figlio con le parole, garantendogli la sua vicinanza, e ragionando, rispetto al testo, sull’importanza per l’uomo di combattere i propri fantasmi, perché non sono esterni, ma, come diceva Eduardo, i fantasmi siamo noi.

Accanto ai tre dominatori, tante prove non vincenti, ma ugualmente belle e spesso stimolanti. Come quelle dei tre vincitori d’Istituto, Miriam Sorgente (ITC “Della Corte”), Alessandro Giordano (ITG “Geometri”), Margherita Palladino (IIS “Filangieri”), o della giovanissima e promettente “genoina” Giorgia Zenobio, autrice di un monologo “Jazz rock”, applaudito con molto calore dal pubblico e letto brillantemente in sala da Mariano Mastuccino, uno dei lettori appartenenti al gruppo, magnificamente movimentatore e collaboratore, dei “Fiori del Vesuvio” .

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Bella di sorrisi e lucente di coppe, la foto finale del Premio Badia 2014. Tutti insieme, studenti trionfanti e finalisti contendenti, genitori gongolanti e professori festeggianti tra autorità congratulanti. Al centro, ciliegina sulla torta e torta lui stesso, lui, Francesco Gungui, lo scrittore venuto da Milano e premiato per il suo romanzo, Pensavo di scappare con te: sotto la sua barba giovane, la freschezza trascinante di un’energia comunicativa che lo ha premiato quasi più del suo romanzo.

Fin dalla mattina, infatti, all’incontro con gli studenti, è stato “con” loro e uno di loro e poi in brevissimo tempo è diventato uno di noi, uno che in fondo è sempre stato qui. E il suo raccontare la storia di una ragazza timida e bloccata che rivoluziona in meglio la sua vita grazie allo sblocco da sindrome frontale in fondo è stato il racconto della farfallizzazione di ognuno di noi, dal silenzio dell’introversione ai gradevoli rischi della sincerità e della comunicazione. Ma lui, Gungui, è sempre stato qui, perché il fresco trentaquattrenne padre di due figli è anche un figlio dei sogni e di scelte ardite di vita e di scrittura nel suo cammino di Ulisse senza Itaca, eppure pieno di Itache, così come ogni giovane, e ogni essere umano, che, pur in tempi potenzialmente paralizzanti, scopre quanto sia importante non rassegnarsi alla passività e “pensa di scappare con la Vita”, verso la Vita.

Bella di sorrisi e lucente di coppe, la foto finale del Premio Badia 2014. Bella della luce di talenti emergenti che hanno saputo dominare la scena nel momento dell’intrattenimento e lasciare la scia di un ammirato ricordo.

Gabriele Casale, talento dell’Arte Tempra di Clara Santacroce, appena ventenne, ma con alle spalle un curricolo di prestazioni di alto livello che tocca tutti i secoli della storia del teatro, con l’incisività e la brillantezza da “bucatore di scena” che lo contraddistinguono, ha letto un monologo satirico di Claudio Bisio sulle nostre manie consumistiche e “clonatrici” non solo di pecore da esperimento.

Giacomo Casaula, anche lui ventenne, con la sua talentuosa band musicale, ha entusiasmato il pubblico ora “rinogaetanizzandosi” sulla scia del profetico e oggi mitico cantante troppo presto strappato alle scene ed alla vita, ora “rigaberizzandosi” alla riscoperta e sulla scia del grandissimo showman, scomparso anche lui troppo presto. Voce, movenze, tonalità, ammiccamenti, presenza fisica, tonalità, intonazione: tutto di alto livello e con un tasso di crescita progressiva galoppante alla Furia cavallo del West.

E Giacomo è un figlio del “Badia”, essendo stato tra i vincitori dell’ultima edizione. Come è figlia del Badia anche Giusella De Maria, sorridente madrina della giornata, che lo ha vinto sia da studentessa che da scrittrice e che oggi è il primo autore cavese a pubblicare su Mondadori. Il suo “io non sono ipocondriaca” è una chicca tutta da gustare e da riflettere.

Ed è una figlia del Badia anche Chiara D’Amico, che lo ha presentato insieme con lo scrivente. Per la quarta volta, dopo averlo vinto anche lei con un en plein e, sulla scia, essere diventata giornalista vivace e brillante e autrice e realizzatrice e autoproduttrice di originali format televisivi.  Sempre sull’onda, la nostra Chiara, anche se da quando le si sono rotte le acque ora naviga nel mare dolcissimo della maternità. La sua Giulia, piccola, freschissima, vivacissima, splendente pupa di zucchero era  lì, dietro le quinte, ad ammirarla e ad attendere il suo latte. Che non è mancato, dato che Chiara, durante i venti minuti dell’esibizione di Casaula è anche riuscita in una funambolica esibizione stile “Vado, l’allatto e torno”… Cin cin, chiara, fresca e dolce allattatrice allettatrice!  

Bella di sorrisi e lucente di coppe, la foto finale del Premio Badia 2014. Bella del sorriso di tanti ragazzi, quasi cento, che, superando ( o cercando di superare) le tentazioni della fretta, del mordi e fuggi, della deconcentrazione, della velocità da smart e da chip e da pc, hanno accarezzato, o riscoperto, o scoperto, il piacere della lettura di romanzi contemporanei  buoni e giusti da scoprire, e giocando con questo piacere di leggere, hanno accarezzato, o riscoperto, o scoperto, il piacere di vivere tante altre vite, quelle dei personaggi vivi dei romanzi. Ed anche di vivere “con” tante altre vite, quelle dei compagni e degli scrittori e dei professori con cui si sono confrontati per parlare di quelle pagine, che raccontano comunque di loro, oltre che di noi.

Bella di sorrisi e lucente di coppe, la foto finale del Premio Badia 2014. Ricca di tante cose, bella di vittorie. Hanno vinto non solo i vincitori. Ha vinto il Libro. Hanno vinto tutti i ragazzi che hanno letto  e i docenti che hanno seguito e i giurati grandi e piccoli che hanno votato. Hanno vinto tutti i lettori, perché ogni emozione, ogni riflessione conquistata grazie alla lettura è una vittoria contro i fantasmi dell’indifferenza, dell’incultura, del divertimentificio consumistico, del tempo che cola dall’anima senza lasciare semi di futuro. Ha vinto Cava, che fa sopravvivere il Premio da ventidue anni nonostante sia nato in un’altra Italia.

Cin cin… e alla prossima!

 

 

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